Visite turistiche guidate a
Bergamo
Le mura circondano la così detta città alta, cuore di Bergamo, e simbolicamente custodiscono alcuni tra i monumenti più suggestivi.
Visitando Piazza Vecchia e piazza del Duomo si legge la storia di Bergamo: il Palazzo della ragione, legato al periodo in cui Bergamo è libero comune e gode di grande prosperità, la città si ingrandisce e rinsalda la sua già spiccata vocazione commerciale.
La fontana donata alla città da Alvise Contarini racconta invece quanto sia stato determinante per Bergamo il legame con la Serenissima. Dopo una breve signoria viscontea, dal 1427 e per i tre secoli a venire, Bergamo fa parte del territorio veneziano, un dominio dal quale Bergamo saprà trarre grandi vantaggi non solo dal punto di vista commerciale, ma soprattutto in termini di innovazione e sviluppo, che le faranno conoscere, soprattutto nel Cinquecento e Seicento, momenti di grande splendore.
La splendida cappella Colleoni ricorda uno dei grandi capitani di ventura del XV secolo: Bartolomeo Colleoni. La chiesa di Santa Maria Maggiore, ancora ricca di suggestioni romaniche, conserva la tomba del celebre compositore e operista Gaetano Donizetti. La biblioteca Civica Angelo Mai in candido marmo riporta invece la memoria al XVII secolo.
Accanto alla basilica di Santa Maria Maggiore il Duomo, progettato dal Filarete custodisce alcune tele di Tiepolo, Previtali, Carloni e Moroni e la suggestiva cappella del Crocifisso.
Passeggiando per la città alta, oltre a interessanti viste panoramiche, si gode della bellezza dei suoi antichi palazzi: è possibile visitare Palazzo Moroni, uno dei più suggestivi edifici storici della città; la costruzione del Palazzo fu voluta e realizzata da Francesco Moroni e i lavori durarono trent’anni, dal 1636 al 1666, e vennero eseguiti dal maestro Battista della Giovanna, nel 1649 Francesco Moroni ne affidò la decorazione al cremasco Gian Giacomo Barbelli (1604-1656).
Continuando la visita si incontra Palazzo Agliardi, ubicato in uno dei borghi ove nel Cinquecento importanti famiglie di nobili e mercanti fecero erigere le proprie dimore. Fatto costruire nel 1500 da Alessandro Martinengo Colleoni, il palazzo fu ristrutturato nel 1741 dall’architetto Caniana. Dal 1845 è di proprietà dei Conti Agliardi. All’interno, un salone centrale, fiancheggiato da quattro sale, presenta preziosi affreschi settecenteschi di C. I. Carloni e F. Ferrario.
La visita dei palazzi di Bergamo Alta si conclude con Palazzo Terzi, che, ridisegnato nel Settecento, mescola al suo interno la fastosità degli affreschi barocchi alla levità di decorazioni ed arredi barocchetti.
Nella parte della città così detta “bassa” è interessante visitare la Chiesa di Santa Maria delle Grazie con l'ex convento annesso, realizzato dai francescani nella prima metà del 1400, si prosegue con i propilei di Porta Nuova, fino ad arrivare a Palazzo Frizzoni, sede del Municipio.
Tra gli artisti che più hanno lasciato il segno a Bergamo va menzionato Lorenzo Lotto che giunge a Bergamo dopo l’esperienza romana nelle Stanze vaticane e dopo una breve sosta a Jesi. L’occasione è la gara per la grande pala d’altare di San Bartolomeo, offerta da Alessandro Martinengo Colleoni, che Lotto vince: la celebre "Madonna in trono con il Bambino e i santi Alessandro, Barbara, Rocco, Domenico, Marco, Caterina d’Alessandria, Stefano, Agostino, Giovanni Battista e Sebastiano", detta Pala Martinengo. La predella, con la Deposizione di Gesù Cristo nel sepolcro, Lapidazione di Santo Stefano, San Domenico di Guzman resuscita Napoleone Orsini, è conservata all’Accademia Carrara. Così dal 1513 Lorenzo Lotto vive a Bergamo, libero e stimato, con una clientela privata che annovera le più importanti famiglie patrizie. Per loro comincia a realizzare opere da cavalletto: ritratti fra i più belli del Cinquecento, diverse opere di devozione privata, altre a interessantissime pale d'altare e ad un vasto ciclo di affreschi che compiutamente decorano un oratorio di campagna, a Trescore Balneario: storie di ambientazione popolaresca, con una freschezza di toni e sentimenti, velocità di stesura e varietà d'accenti che ancora ci entusiasmano. Attorno al 1525 le commissioni però tendono a scemare: pur avendo ancora in corso il contratto per fornire i disegni degli stalli del coro di Santa Maria Maggiore, cui continuerà a dedicarsi con passione e precisione, Lotto, che sempre opera per privati e ordini religiosi, preferisce andare a Venezia.
La pittura a Bergamo vanta ben due collezioni: l’Accademia Carrara e la Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea (Gamec).
Da poco riaperta dopo diversi anni di chiusura per lavori di ristrutturazione, l'Accademia Carrara è una delle esperienze più significate. L'origine della Pinacoteca si deve al conte Giacomo Carrara, mecenate e collezionista con un generoso lascito alla città di Bergamo alla fine del settecento.
L’Accademia Carrara è una delle più prestigiose gallerie d’arte di tutta Italia, si possono visitare le opere di alcuni tra i maggiori artisti italiani: Lotto, Pisanello, Mantegna, Bellini, Raffaello, Tiziano, Canaletto, Guardi, Donatello e Canova. Sono presenti anche alcune importanti opere di artisti stranieri come Dürer, Clouet, Bruegel e Rubens. Una particolare sezione è dedicata ad artisti provenienti da Bergamo e Venezia, come Previtali, Cariani, Palma il Vecchio, Moretto, tra i quali è possibile assaporare la tipica tendenza lombarda verso la “pittura della realtà”.
Di fronte all’edificio neoclassico che ospita l’Accademia Carrara, negli edifici un tempo occupati dal quattrocentesco Monastero delle Dimesse e delle Servite si trova la Gamec, nata da alcune donazioni.
La Collezione Permanente si articolata in alcuni nuclei principali:
la Raccolta Spajani, composta da circa quaranta capolavori di arte moderna (tra le altre, opere di Balla, Boccioni, de Chirico, Kandinskij e Morandi),
la Collezione Manzù, donata dallo scultore alla città di Bergamo, che comprende sculture, dipinti, disegni e incisioni e la Raccolta Stucchi, costituita da una ventina di dipinti che fanno il punto sull’arte europea tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta, con particolare riferimento ai maestri dell’Informale.
Ad esse si aggiungono dipinti di maestri degli anni Trenta, tra i quali Sironi, e opere di artisti contemporanei: Alviani, Basilico, Beecroft, Cattelan, Cucchi, Fabre, Man, Vitone, Xhafa.