Visite turistiche guidate a
Brescia
"Brixia Cycneae supposita speculae, flavus quam molli praecurri flumine Mella, Brixia Veronae, mater amata meae"
così Catullo descrive Brescia nel carme LXVII .
Attraversando Via musei, l'antico Decumano di Brixia, ci si imbatte nella possente struttura del tempio Capitolino, testimonianza dell'importanza della città in epoca romana e preromana.
Accanto al tempio è possibile distinguere l'area del Foro, ammirare i resti dell'antica basilica romana, ora murati nella struttura di un palazzo cinquecentesco, è possibile entrare nella cavea del grande teatro, e soprattutto scendere nella straordinaria quarta cella del santuario repubblicano, struttura antecedente il tempio capitolino.
Gli affreschi della cella si sono miracolosamente conservati e offrono la vista della più vasta area affrescata di epoca preromana del nord Italia, testimonianza di come le popolazioni che qui residevano, i celti cenomani fossero filo romani, ne avevano assimilato la cultura, la religione e le forme artistiche. I ritrovamenti archeologici e le fonti storiche testimoniano come già nel III secolo a.C. la zona bresciana fosse già un'area economicamente avanzata, ben strutturata nelle sue forme di organizzazione e conoscesse le forme artistiche più raffinate provenienti dal mondo ellenistico.
Ecco cosa scriveva Plutarco “I Galli invasero e occuparono in un lampo la regione che si estende dalle Alpi ai due mari e fu anticamente occupata daglli etruschi […] la contrada è tutta coperta di foreste, ricca di ottimi pascoli per il bestiame e abbondantemente irrigata da fiumi. Vi sorgono diciotto grandi e belle città organizzate per svolgere un commercio lucroso e una vita festosa. I Galli ne espulsero gli Etruschi e vi si installarono loro”. Molto rimane ancora da scavare e sondare, restiamo in attesa di prossimi lavori che possano riportare alla luce l'anfiteatro dell'antica Brixia.
In provincia le domus romane lacustri sono ancora più sontuose e panoramiche: Sirmione con una vista mozzafiato sul lago di Garda, Desenzano con magnifici apparati decorativi che si sviluppano nel “percorso glorificante” della residenza e a Toscolano Maderno, già nota nel periodo rinascimentale per la sua ampiezza.
In Valle Camonica è possibile leggere sulle pietre il grande passaggio dalla civiltà dei “Camunni” a quella romana e visitare lo straordinario complesso urbanistico di epoca romana di Cividate Camuno con il foro, il teatro e l'anfiteatro. Con una breve passeggiata lungo il fiume è possibile raggiungere la località Spinera a Breno dove è possibile ammirare i resti di un grandioso santuario di età flavia.
In età longobarda re Desiderio fece costruire per la figlia, sposa di Carlo Magno e da questo ripudiata, un monastero di clausura femminile che sopravvisse dal VII al XVIII secolo e che ora è la sede di uno dei più grandi e ricchi musei europei: Santa Giulia. Qui è possibile ammirare la magnifica croce venerata dalle monache, più nota come croce di re Desiderio, completamente decorata di pietre preziose, camei, alcuni addirittura provenienti dal tesoro imperiale, nello splendido contesto della chiesa di Santa Maria in Solario affrescata nel XVI secolo da Floriano Ferramola.
Nel museo di Santa Giulia un'ampia e ricca sezione dedicata alle vestigia romane permette di vedere i resti di due Domus che si trovavano in quello che poi divenne l'orto delle monache, innumerevoli e grandissimi mosaici e la celebre vittoria alata, ora simbolo della città.
La chiesa di San Salvatore nello stesso museo permette di ammirare alcune tra le decorazioni longobarde di maggiore importanza, realizzate da maestranze ravennati, sono state riconosciute patrimonio dell'umanità dall'Unesco. All'interno della chiesa le storie di Sant'Obizio sono state affrescate dal celebre artista bresciano del XVI secolo: Gerolamo Romanino.
Nella chiesa di San Salvatore si celebrava la messa di fronte ai parenti delle monache che potevano guardarli attraverso le grate dalla sovrastante cappella a loro dedicata, nota come il “coro delle monache”, completamente affrescato da alcuni tra gli artisti maggiori del tempo tra cui Floriano Ferramola e Paolo da Caylina il Giovane, il coro è connesso con una chiesa successiva a san Salvatore, quella di Santa Giulia.
Il XVI secolo è stato per Brescia il periodo di più intensa presenza di artisti, tra i maggiori Romanino, Moretto e Savoldo. I primi due in particolare hanno lasciato straordinarie testimonianze in città e in provincia, basti citare la cappella del Santissimo Sacramento nella chiesa di San Giovanni, la fantastica sala delle dame del Moretto in palazzo Salvadego, le tele conservate nel Duomo Vecchio, nel Duomo Nuovo, in Pinacoteca, nel museo Diocesano e nelle chiese cittadine di San Clemente, Santa Maria in Calchera e San Francesco, solo per citare le maggiori.
Mentre i due artisti Romanino e Moretto lavorano nel 1521 in città arrivata come una stella polare l'opera di Tiziano, il polittico conservato nella chiesa dei Santi Nazaro e Celso, commissionata da Altobello Averoldi, l'opera che ha destabilizzato l'ambiente artistico bresciano e ha proposto nuovi spunti stilistici aprendo la strada verso il manierismo.
Imponenti la presenza di Romanino e Moretto nelle chiese della provincia. Lo straordinario complesso decorativo a fresco della chiesa di Pisogne “Santa Maria della neve” che testimonia l'intemperie di Romanino assieme agli affreschi di Bienno e Breno; il ricchissimo duomo di Salò, dove accanto alle tele di Romanino e Moretto è possibile ammirare l'opera di Palma il Giovane, le tele di Andrea Celesti e il capolavoro assoluto del crocifisso ligneo di Giovanni Teutonico.
Tutti resterebbero sorpresi nell'ammirare opere di altissimo valore di artisti del calibro di Tiepolo, Celesti, Romanino in una chiesa sperduta nella campagna bresciana a Verolanuova, un'isola di pittura veneta nel cuore della provincia di Brescia. Mirabilmente ben conservati tutti gli affreschi e le tele offrono una visione d'insieme di grande effetto coloristico.
La provincia di Brescia, la più vasta d'Italia si arricchisce di diversi splendidi laghi tra i maggiori ricordiamo il Lago di Garda (Benaco), il Lago d'Iseo (Sebino) e il Lago d'Idro che, insieme alle splendide Val Camonica, Val Trompia, Val Sabbia e offrono degli scorci di rara bellezza e arricchiscono la provincia di Brescia di un vasto patrimonio naturalistico.
Costellano le valli antichi siti religiosi medioevali, realizzati all'indomani dell'anno mille dai monaci benedettini di cui ricordiamo il monastero di San Salvatore a Capo di Ponte, primo priorato cluniacense in Val Camonica, citazione delle strutture architettoniche romaniche francesi di Borgogna; il monastero di San Pietro in Lamosa a Provaglio d'Iseo e la grande Abbazia Olivetana di Rodengo Saiano.